Giovanni Vivaldi (Alberto Sordi) ha lavorato per una vita come modesto impiegato del ministero. Il suo unico sogno è quello che suo figlio Mario (Vincenzo Crocitti), diplomatosi ragioniere, lo sostituisca nell'impiego. Per agevolare il figlio al concorso ministeriale, Vivaldi accetta di iscriversi alla loggia massonica a cui appartiene il dottor Spaziani, il suo superiore. Il guaio è che, proprio il giorno dell'esame, davanti agli occhi del padre, Mario viene ucciso da un rapinatore di banca. Vivaldi allora si mette alle ricerca dell'assassino, lo trova e, invece di consegnarlo alla polizia, lo sequestra e lo uccide torturandolo piano piano. Feroce ritratto di un uomo qualsiasi che diviene il ritratto dell'Italia violenta e mostruosa degli anni Settanta. Pregevole l'interpretazione di Alberto Sordi che, per una volta, supera la maschera della macchietta e dà vita a un personaggio che, pur non rinunciando ai tic e ai vezzi del repertorio abituale, riesce a raggiungere uno spessore insolito per l'Albertone nazionale. Forse l'ultima vera, grande interpretazione di un Sordi avviato a un lento quanto inesorabile declino....