Hortense, una giovane di colore, che fa l'optometrista, ha da poco perso il padre e sente il bisogno di cercare la sua madre naturale. Le viene suggerito di rivolgersi ad un'assistente sociale che accetta di darle la sua pratica. La donna, costernata scopre che sua madre è una bianca, si chiama Cynthia è una donna triste, che lavora in fabbrica e abita in una malandata villetta bifamiliare con la figlia Roxanne, spazzina. Hortense trova il coraggio di telefonarle e di fissare un appuntamento. Un Leigh (Palma d'oro al Festival di Cannes) quintessenziale, che qui (a differenza di "Belle speranze" e "Naked") non si preoccupa troppo degli arricchiti arroganti: anche nella media borghesia ci sono buoni diavoli, che soffrono e riescono a un certo punto a guardarsi dentro. Commovente fino allo strazio, dilata il realismo fino all'astrazione, con piani lunghissimi dove le battute si mutano in lacrime e queste in risate. La Blethyn, miglior interprete a Cannes, è capace di farci star male recitando, al telefono, di schiena....