Nuova Zelanda, 1952. Storia autentica, tratta dal diario di una delle due protagoniste dell'atroce fatto di cronaca. Juliet e Pauline, due quattordicenni compagne di scuola, stringono tra loro un'amicizia morbosa. Le ragazze si ribellano al conformismo e al grigiore della società che le circonda e danno libero sfogo alla fantasia: si rifugiano nel loro piccolo mondo irreale, contrario all'ipocrisia della famiglia e al formalismo della scuola. Quando la madre di Pauline minaccia di separarle, la ragazza non esita a ucciderla. Peter Jackson viene dall'horror più sanguinolento e fracassone, e questo passaggio al cinema "alto" (incononato con un Leone d'argento a Venezia) conserva tracce del suo passato eterodosso. Deliranti i momenti onirici, con apparizioni di un sosia di Orson Welles, idolo erotico delle due protagoniste. Il film è bizzarro e antipatico (le ragazze non sono migliori del mondo a cui si ribellano), ed è possibile preferigli altri titoli, più "sporchi", dello stesso regista....