Max Cady (De Niro) s'è fatto quattordici anni di carcere per stupro. Non che Max fosse innocente, però è vero che Sam Bowden (Nolte), il suo avvocato, ha omesso di presentare un documento che avrebbe potuto alleggerire la sentenza. Oggi Bowden vive nel North Carolina, con la moglie Leigh (Lange) e la figlia adolescente Danielle (Lewis). Tutte queste cose Max le sa perché ha deciso di fargliela pagare. Ma, almeno all'inizio, non in maniera evidente. Basta farsi vedere in giro nei luoghi che lui frequenta, sedersi davanti a lui al cinema, ammazzargli il cane, magari, mettere qualche dubbio in testa alla giovane Danielle. Nulla per cui uno possa essere messo in galera. Per tutto il primo tempo non si sa da che parte stare. De Niro non è proprio simpatico, ma anche Nolte non è uno stinco di santo. Poi nella seconda parte il film precipita in uno sfrenato "andante con moto", con De Niro che non muore mai perché è insanabile e ineliminabile come un rimorso. In mezzo sta la scena clou, quella di "Cappuccetto Rosso", quella in cui De Niro suggerisce alla Lewis di leggere Henry Miller e lei, in risposta, comincia a succhiargli un pollice. Un film irresistibile... ...